Bussero come tutta la zona Lombarda era abitato in antico da italiche stirpi, quali gli Insubri e gli Orobi. In seguito vi giunsero i Liguri e gli Umbri, di stirpe Celtica, che successivamente dovettero cedere il dominio agli Etruschi. Secondo gli antichi storici, alcuni secoli prima di Cristo, la nostra Regione fu di nuovo occupata dai Galli, formati da diversi popoli Celtici quali i Sinoni, gli Edui; ma più tardi le armi di Roma (II sec. a.C.), dopo aver cacciato i popoli oltremontani, proclamarono l’intera Brianza, Provincia Romana. Esisteva fino dai tempi remoti un Castrum a Vimercate, a forma di quadrato, i cui quattro angoli erano sormontati da quattro torri, che, oltre ad essere vere e proprie fortezze, servivano da accampamento ai soldati.
Il Castrum (accampamento), a giudicare dai cenni fatti sulle antiche pergamene che lo ricordano, era assai ampio. Si crede sia stato questo il primo nucleo civile, esistente ancora prima dell’avvento del cristianesimo nei nostri territori, che comprendeva anche Bussero. Questa grande costruzione romana, sorgeva lungo una strada consolare e serviva per accamparvi le Legioni Imperiali. Il Castrum perse la sua primitiva funzione dopo tutti gli assedi e le battaglie sostenute. D’altra parte il borgo di Vimercate, ormai difeso da mura e fossato con l’acqua del Torrente Molgora fungeva da difesa contro eventuali attacchi nemici.
Abbiamo probanti motivi per ritenere che anche Bussero risalga all’epoca romana, poiché nel 1906 nell’eseguire alcuni lavori, fu rinvenuto, in un’antica chiesetta abbandonata, un frammento di sarcofago romano
Bussero sul finire del XII secolo era formato da poche case ed è molto difficile fissarne le origini. Era evidentemente una piccolissima borgata, le cui abitazioni si trovavano a ridosso della strada consolare di allora, chiamata in seguito “Strada del bosco”, attraversando la quale per un tratto si costeggiava il Molgora, densamente coperta allora di piante selvatiche quale la robinia, e finiva per incontrarsi e collegarsi con la strada di Pessano per Burago Molgora – Vimercate.
E questa strada in collegamento con la vicinale della Viscontina pare proseguisse per Casale (Cassina De’Pecchi) per congiungersi e finire sulla strada detta della “Serca”.Le strade (o sentieri) quasi scomparse o scomparsi ma che ancora oggi sono ben note su carte e mappali rappresentano e testimoniano che Bussero già esisteva nell’anno 852.
L’origine di Bussero si deve supporre nell’epoca romana se non anche prima: ivi si è rinvenuto un sarcofago contenente le spoglie di una patrizia romana. Nativo di Bussero fu il famoso cronista milanese del XIII secolo “Goffredo da Bussero” che era parroco di Rovello (ora Rovello Porro in provincia di Como). Fu in quella canonica che l’illustre storico vergò il suo “Liber Notitiae” le cui informazioni rivelano interessanti particolari di avvenimenti di un lungo periodo della nostra storia medioevale.
Vi è conservata intatta l’antica Parrocchiale del 1200. Essa è oggi adibita ad uso profano essendo stata dissacrata circa un secolo fa, quando nel 1888 sorse la nuova intitolata ai SS. Nazario e Celso, martiri. Una prestigiosa villa settecentesca è lustro del paese anche per l’esemplare e scientifica organizzazione dipendente dall’attuale famiglia Sioli Legnani. La villa originariamente apparteneva ai Marchesi Corio (fondatori di Cornegliano).
Bussero, che tanta parte ebbe nella storia lombarda per la sua posizione geografica e strategica e per il valore dei suoi illustri cittadini, tuttora serba memorie e cimeli degni della massima considerazione, purtroppo scarsi ed incompleti, distrutti o smarriti irreparabilmente per incuria di uomini o per altre cause non sempre riscontrabili.
Dei personaggi Busseresi famosi si sono interessati diversi studiosi. Originaria di questo paese è la famiglia Goffredo da Bussero, che comprendeva Gottifredo da Bussero, sacerdote-cronista, noto per la sua opera “Liber Notitiae Sanctorum Mediolani”; Goffredo da Bussero, che fondò nel 1145 l’Ospedale di san Barnaba in Milano, prossimo alla chiesa di S.Barnaba in Brolo, non lungi dall’antico ospedale di S.Stefano in Brolo, divenuto poi Ospedale Maggiore, ed è per merito di questo nostro insigne cittadino che Bussero rivive e continua nelle sue antichissime tradizioni assistenziali e benefiche.
Altri due personaggi sono ricordati: Guglielmo da Bussero, frate minore e Pietro da Bussero, diacono della Chiesa Maggiore di Milano, nonché Arciprete di S.Maria del Monte di Velate.
Bussero oggi: Nell’ultimo trentennio il paese ha avuto un forte sviluppo urbanistico, in particolare verso sud, collegando il centro abitato alla metropolitana. Oggi Bussero conta circa 8800 abitanti.